Nostra convinzione è che la “ parola ” sia appannaggio di pochi, ma essa è strumento che può essere sfruttato validamente.
Non ignoriamo certo che alcune categorie di persone, insegnanti, avvocati, rappresentanti, ecc., fanno della parola un uso ampio e intenso, ma pensiamo pure che il più delle volte ciò che viene espresso sia affidato solo all’istinto, e che quindi, di sovente, non riesca del tutto efficace.
L’espressione viene viziata dall’ignoranza di come si possano portare più chiari e ben delineati i propri accenti a chi ci ascolta, e di come si riesca, dopo uno studio appropriato, a dare spontaneamente, senza toni falsi, un maggior peso, un valore e un’efficacia migliori a tutte le componenti del discorso.
A tendere insomma più facilmente alle finalità che chi parla si propone di ottenere. Questa finalità diviene poi di importanza determinante quando, per esempio, l’interlocutore di un insegnante non sia un normale soggetto, ma abbisogni di un intervento educativo correttivo.
L’azione principale di chi parla, allora, non dovrà essere intralciata ma favorita dall’eloquio e le ragioni sono facilmente intuibili.
Tuttavia, anche nei normali rapporti tra persone la fruibilità e la correttezza, che noi auspichiamo, recitano un ruolo primario.