17. Al momento dell’ammissione faccia in coro, davanti a tutta la comunità, solenne promessa di stabilità, conversione continua e obbedienza,
18. al cospetto di Dio e di tutti i suoi santi, in modo da essere pienamente consapevole che, se un giorno dovesse comportarsi diversamente, sarà condannato da Colui del quale si fa giuoco.
19. Di tale promessa stenda un documento sotto forma di domanda, rivolta ai Santi, le cui reliquie sono conservate nella chiesa, e all’abate presente.
20. Scriva di suo pugno il suddetto documento o, se non è capace, lo faccia scrivere da un altro, dietro sua esplicita richiesta, e lo firmi con un segno, deponendolo poi sull’altare con le proprie mani.
21. Una volta depositato il documento sull’altare, il novizio intoni subito il versetto: “Accoglimi, Signore, secondo la tua promessa e vivrò; e non deludermi nella mia speranza”.
22. Tutta la comunità ripeta per tre volte lo stesso versetto, aggiungendovi alla fine il Gloria.
23. Poi il novizio si prostri ai piedi di ciascuno dei fratelli per chiedergli di pregare per lui e da quel giorno sia considerato come un membro della comunità.
24. Se possiede dei beni materiali, li distribuisca in precedenza ai poveri o li doni al monastero con un atto ufficiale senza riservare per sé la minima proprietà,
25. ben sapendo che da quel giorno in poi non sarà più padrone neanche del proprio corpo.
26. Quindi, subito dopo, sia spogliato in coro delle vesti che indossa e rivestito dell’abito monastico.
27. Ma gli indumenti di cui si è spogliato devono essere conservati nel guardaroba,
28. in modo che, se in seguito dovesse – Dio non voglia!- cedere alla suggestione diabolica e lasciare il monastero, sia mandato via senza l’abito monastico.
29. Non gli si restituisca invece la domanda che l’abate ha ritirato dall’altare, ma sia conservata in monastero.
Questa parte della Regola viene letta dai monaci in queste date:
12 aprile |
12 agosto |
12 dicembre |
Capitolo VII – L’umiltà – 1, 4
La sacra Scrittura si rivolge a noi, fratelli, proclamando a gran voce: “Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”. Così dicendo,…
Capitolo VI – L’amore del silenzio 1, 8
Facciamo come dice il profeta: “Ho detto: Custodirò le mie vie per non peccare con la lingua; ho posto un freno sulla mia bocca, non ho parlato, mi sono …
Capitolo V – L’obbedienza – 14, 19
Ma questa obbedienza sarà accetta a Dio e gradevole agli uomini, se il comando ricevuto verrà eseguito senza esitazione, lentezza o tiepidezza e tantomeno…
Capitolo V – L’obbedienza – 1, 13
Il segno più evidente dell’umiltà è la prontezza nell’obbedienza. Questa è caratteristica dei monaci che non hanno niente più caro di Cristo e, a motivo …
Capitolo IV – Gli strumenti delle buone opere – 63, 78
Adempiere quotidianamente i comandamenti di Dio. Amare la castità, non odiare nessuno, non essere geloso, non coltivare l’invidia,
Capitolo IV – Gli strumenti delle buone opere – 44, 62
Temere il giorno del giudizio, tremare al pensiero dell’inferno, anelare con tutta l’anima alla vita eterna, prospettarsi sempre la possibilità della morte.
Capitolo IV – Gli strumenti delle buone opere – 22, 43
Non dare sfogo all’ira, non serbare rancore, non covare inganni nel cuore, non dare un falso saluto di pace, non abbandonare la carità.
Capitolo IV – Gli strumenti delle buone opere – 1, 21
Prima di tutto amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze; poi il prossimo come se stesso.
Capitolo III – La consultazione della comunità – 7, 13
Dunque in ogni cosa tutti seguano come maestra la Regola e nessuno osi allontanarsene.Nessun membro della comunità segua la volontà propri
Capitolo III – La consultazione della comunità – 1, 6
Ogni volta che in monastero bisogna trattare qualche questione importante, l’abate convochi tutta la comunità ed esponga personalmente l’affare in oggetto
Capitolo II – L’Abate – 33, 40
Soprattutto si guardi dal perdere di vista o sottovalutare la salvezza delle anime, di cui è responsabile, per preoccuparsi eccessivamente delle realtà
Capitolo II – L’Abate – 30, 32
L’abate deve sempre ricordarsi quel che è e come viene chiamato, nella consapevolezza che sono maggiori le esigenze poste a colui al quale è stato…