1. Nella comunità ognuno conservi il posto che gli spetta secondo la data del suo ingresso o l’esemplarità della sua condotta o la volontà dell’abate.
2. Bisogna però che quest’ultimo non metta lo scompiglio nel gregge che gli è stato affidato, prendendo delle disposizioni ingiuste come se esercitasse un potere assoluto,
3. ma pensi sempre che dovrà rendere conto a Dio di tutte le sue decisioni e azioni.
4. Dunque i monaci si succedano nel bacio di pace e nella comunione, nell’intonare i salmi e nei posti in coro, secondo l’ordine stabilito dall’abate o a essi spettante.
5. E in nessuna occasione l’età costituisca un criterio distintivo o pregiudizievole per stabilire i posti,
6. perché Samuele e Daniele, quando erano ancora fanciulli, giudicarono gli anziani.
7. Quindi, a eccezione di quelli che, come abbiamo già detto, l’abate avrà promosso per ragioni superiori o degradato per motivi fondati, tutti gli altri occupino sempre i posti determinati dalla data del rispettivo ingresso,
8. in modo che il monaco, arrivato – per esempio – in monastero alle 9, sappia di essere più giovane di quello arrivato alle 8, quale che sia la sua età e dignità.
9. Per quanto riguarda i ragazzi, invece, si osservi in tutto e per tutto la relativa disciplina.
Questa parte della Regola viene letta dai monaci in queste date:
18 aprile | 18 agosto | 18 dicembre |
Capitolo LIV – La distribuzione delle lettere e dei regali destinati ai singoli monaci – 1, 5
Senza il consenso dell’abate nessun monaco può ricevere dai suoi parenti o da qualunque altra persona lettere, oggetti di devozione o altri piccoli
Capitolo LIII – L’accoglienza degli ospiti – 16, 24
La cucina dell’abate e degli ospiti sia a parte, per evitare che i monaci siano disturbati dall’arrivo improvviso degli ospiti, che non mancano mai
Capitolo LIII – L’accoglienza degli ospiti – 1, 15
Tutti gli ospiti che giungono in monastero siano ricevuti come Cristo, poiché un giorno egli dirà: “Sono stato ospite e mi avete accolto”
Capitolo LII – La chiesa del monastero – 1, 5
La chiesa sia quello che dice il suo nome, quindi in essa non si faccia né si riponga altro. Alla fine dell’Ufficio divino escano tutti in perfetto
Capitolo LI – I monaci che si recano nelle vicinanze – 1, 3
Il monaco, che viene mandato fuori per qualche commissione e conta di tornare in monastero nella stessa giornata, non si permetta di mangiare fuori
Capitolo L – I monaci che lavorano lontano o sono in viaggio – 1, 4
I fratelli, che lavorano molto lontano e non possono essere presenti in coro nell’ora fissata per l’Ufficio divino, se l’impossibilità in cui si trovano
Capitolo XLIX – La quaresima dei monaci – 1, 10
Anche se è vero che la vita del monaco deve avere sempre un carattere quaresimale, visto che questa virtù è soltanto di pochi, insistiamo
Capitolo XLVIII – Il lavoro quotidiano – 22, 25
Anche alla domenica si dedichino tutti allo studio della parola di Dio, a eccezione di quelli destinati ai vari servizi. Ma se ci fosse qualcuno tanto
Capitolo XLVIII – Il lavoro quotidiano – 10, 21
Dal 14 settembre, poi, fino al principio della Quaresima, si applichino allo studio fino alle 9, quando celebreranno l’ora di Terza, dopo la quale tutti
Capitolo XLVIII – Il lavoro quotidiano – 1, 9
L’ozio è nemico dell’anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio.
Capitolo XLVII – Il segnale per l’Ufficio divino – 1, 4
Bisogna che l’abate si assuma personalmente il compito di dare il segnale per l’Ufficio divino, oppure lo affidi a un monaco diligente in modo che tutto
Capitolo XLVI – La riparazione per le altre mancanze – 1, 6
Se, mentre è impegnato in un qualsiasi lavoro in cucina, in dispensa, nel proprio servizio, nel forno, nell’orto, in qualche attività o si trova in un altro