1. Anche se a un monaco viene imposta un’obbedienza molto gravosa, o addirittura impossibile a eseguirsi, il comando del superiore dev’essere accolto da lui con assoluta sottomissione e soprannaturale obbedienza.
2. Ma se proprio si accorgesse che si tratta di un carico, il cui peso è decisamente superiore alle sue forze, esponga al superiore i motivi della sua impossibilità con molta calma e senso di opportunità,
3. senza assumere un atteggiamento arrogante, riluttante o contestatore.
4. Se poi, dopo questa schietta e umile dichiarazione, l’abate restasse fermo nella sua convinzione, insistendo nel comando, il monaco sia pur certo che per lui è bene così
5. e obbedisca per amore di Dio, confidando nel Suo aiuto.
Questa parte della Regola viene letta dai monaci in queste date:
26 aprile |
26 agosto |
26 dicembre |
Capitolo XLV – La riparazione per gli errori commessi in coro – 1, 3
Se un monaco commette un errore mentre recita un salmo, un responsorio, un’antifona o una lezione e non si umilia davanti a tutti con una penitenza
Capitolo XLIV – La riparazione degli scomunicati – 1, 10
Il monaco che per colpe gravi è stato escluso dal coro e della mensa comune, al termine dell’Ufficio divino si prostri in silenzio davanti
Capitolo XLIII – La puntualità nell’Ufficio divino e in refettorio – 13, 19
Per quanto riguarda il refettorio, chi non arriva prima del versetto in modo che tutti uniti dicano il versetto stesso, preghino e poi siedano
Capitolo XLIII – La puntualità nell’Ufficio divino e in refettorio – 1, 12
All’ora dell’Ufficio divino, appena si sente il segnale, lasciato tutto quello che si ha tra le mani, si accorra con la massima sollecitudine
Capitolo XLII – Il silenzio dopo compieta – 1, 11
I monaci devono custodire sempre il silenzio con amore, ma soprattutto durante la notte. Perciò in ogni periodo dell’anno, sia di digiuno oppure no
Capitolo XLI – L’orario dei pasti – 1, 9
Dalla santa Pasqua fino a Pentecoste i fratelli pranzino all’ora di Sesta, cioè a mezzogiorno, e cenino la sera. Invece da Pentecoste in poi,
Capitolo XL – La misura del vino – 1, 9
“Ciascuno ha da Dio il proprio dono, chi in un modo, chi in un altro” ed è questo il motivo per cui fissiamo la quantità del vitto
Capitolo XXXIX – La misura del cibo – 1, 11
Volendo tenere il debito conto delle necessità individuali, riteniamo che per il pranzo quotidiano fissato – a seconda delle stagioni – dopo Sesta
Capitolo XXXVIII – La lettura in refettorio – 1, 12
Alla mensa dei monaci non deve mai mancare la lettura, né è permesso di leggere a chiunque abbia preso a caso un libro qualsiasi, ma bisogna che
Capitolo XXXVII – I vecchi e i ragazzi – 1, 3
Benché la stessa natura umana sia portata alla compassione per queste due età, dei vecchi, cioè, e dei ragazzi, bisogna che se ne interessi
Capitolo XXXVI – I fratelli infermi – 1, 10
L’assistenza agli infermi deve avere la precedenza e la superiorità su tutto, in modo che essi siano serviti veramente come Cristo in persona, il quale
Capitolo XXXV – Il servizio della cucina – 12, 18
Un’ora prima del pranzo, ciascuno dei monaci di turno in cucina riceva, oltre la quantità di cibo stabilita per tutti, un po’ di pane e di vino