20. Una volta fissato l’ordine della salmodia di tutti i salmi rimanenti vengano distribuiti in parti uguali nei sette Uffici notturni,
21. dividendo quelli più lunghi e assegnandone dodici per notte.
22. Ci teniamo però ad avvertire che, se qualcuno non trovasse conveniente tale distribuzione dei salmi, li disponga pure come meglio crede,
23. purché badi bene di fare in modo che in tutta la settimana si reciti l’intero salterio di centocinquanta salmi e con l’Ufficio vigiliare della domenica si ricominci sempre da capo.
24. Infatti i monaci, che in una settimana salmeggiano meno dell’intero salterio con i cantici consueti, danno prova di grande indolenza e fiacchezza nel servizio a cui sono consacrati,
25. dato che dei nostri padri si legge che in un sol giorno adempivano con slancio e fervore quanto è augurabile che noi tiepidi riusciamo a eseguire in una settimana.
Questa parte della Regola viene letta dai monaci in queste date:
* febbraio (24) |
25 giugno |
25 ottobre |
Capitolo XLVI – La riparazione per le altre mancanze – 1, 6
Se, mentre è impegnato in un qualsiasi lavoro in cucina, in dispensa, nel proprio servizio, nel forno, nell’orto, in qualche attività o si trova in un altro
Capitolo XLV – La riparazione per gli errori commessi in coro – 1, 3
Se un monaco commette un errore mentre recita un salmo, un responsorio, un’antifona o una lezione e non si umilia davanti a tutti con una penitenza
Capitolo XLIV – La riparazione degli scomunicati – 1, 10
Il monaco che per colpe gravi è stato escluso dal coro e della mensa comune, al termine dell’Ufficio divino si prostri in silenzio davanti
Capitolo XLIII – La puntualità nell’Ufficio divino e in refettorio – 13, 19
Per quanto riguarda il refettorio, chi non arriva prima del versetto in modo che tutti uniti dicano il versetto stesso, preghino e poi siedano
Capitolo XLIII – La puntualità nell’Ufficio divino e in refettorio – 1, 12
All’ora dell’Ufficio divino, appena si sente il segnale, lasciato tutto quello che si ha tra le mani, si accorra con la massima sollecitudine
Capitolo XLII – Il silenzio dopo compieta – 1, 11
I monaci devono custodire sempre il silenzio con amore, ma soprattutto durante la notte. Perciò in ogni periodo dell’anno, sia di digiuno oppure no
Capitolo XLI – L’orario dei pasti – 1, 9
Dalla santa Pasqua fino a Pentecoste i fratelli pranzino all’ora di Sesta, cioè a mezzogiorno, e cenino la sera. Invece da Pentecoste in poi,
Capitolo XL – La misura del vino – 1, 9
“Ciascuno ha da Dio il proprio dono, chi in un modo, chi in un altro” ed è questo il motivo per cui fissiamo la quantità del vitto
Capitolo XXXIX – La misura del cibo – 1, 11
Volendo tenere il debito conto delle necessità individuali, riteniamo che per il pranzo quotidiano fissato – a seconda delle stagioni – dopo Sesta
Capitolo XXXVIII – La lettura in refettorio – 1, 12
Alla mensa dei monaci non deve mai mancare la lettura, né è permesso di leggere a chiunque abbia preso a caso un libro qualsiasi, ma bisogna che
Capitolo XXXVII – I vecchi e i ragazzi – 1, 3
Benché la stessa natura umana sia portata alla compassione per queste due età, dei vecchi, cioè, e dei ragazzi, bisogna che se ne interessi
Capitolo XXXVI – I fratelli infermi – 1, 10
L’assistenza agli infermi deve avere la precedenza e la superiorità su tutto, in modo che essi siano serviti veramente come Cristo in persona, il quale