Sentirsi importanti

Sentirsi importanti

Sentirsi importanti sempre.

Venerdì scorso, sono stato a Milano con i miei amici maghi.

Quello che facciamo è sperimentare e far vivere ai nostri spettatori nuove esperienze all’insegna della magia

A rompere il ghiaccio, sono quasi sempre io, con un po’ di magia e un filo di cotone. Racconto frequentemente che il filo di cotone mi fu donato dalla mia nonna Angiolina. È un filo speciale, è il filo delle relazioni.

Spesso, quando qualcuno ci gratifica, ci sentiamo importanti e allora è anche più interessante e facile “attaccare bottone”.

Il principio è sempre lo stesso: il dono. La capacità di donare, la capacità di spogliarsi dei propri limiti, dei propri averi e donarli agli altri.

Passiamo tutto il giorno a recriminare e dimentichiamo il dono più grande: la capacità di PER-DONARE.

Grazie nonna Angiolina, con il tuo “filo delle relazioni” hai reso magica la vita delle persone che mi stanno vicine.

il presente è un dono per questo si chiama “presente”

il presente è un dono per questo si chiama “presente”

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presente è un dono – video tratto dal film “Kung fu Panda”

dialogo:

S – Vedo che hai trovato il sacro pesco della celestiale saggezza.

P – Oh mi dispiace, credevo che fosse un normalissimo pesco.

S – Capisco! Tu mangi quando sei sconvolto.

P – Sconvolto? Non sono sconvolto. Cosa vi fa pensare che sia sconvolto.

S – Allora perché sei sconvolto?

P – Probabilmente oggi ho fatto più schifo io di qualunque altro nella storia del Kung Fu, nella storia della Cina, nella storia dello schifio.

S – Probabilmente.

P – I cinque. Caspita. Dovevate vederli. I cinque, mi odiavano una cifra.

S – Una cifra

P – Come farà Shifu a trasformare me nel guerriero dragone

P – Insomma, io non sono come i cinque, non ho artigli, né ali, né veleno, perfino Mantide ha quelle cosette.

P – Forse dovrei mollare e tornare a fare gli spaghetti.

S – Mollare, non mollare, Spaghetti, non spaghetti.

S – Ti preoccupi troppo di ciò che era e di ciò che sarà.

C’è un detto:

Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono.

Per questo si chiama presente.

 

In questo spezzone di video c’è moltissimo materiale da analizzare sulla comunicazione ipnotica (e sul ricalco e non solo).

Il dialogo proposto rappresenta un ottimo esempio per capire come funziona l’ipnosi indiretta.

6 + 13 =

Creiamo e formiamo l’Azione

Creiamo e formiamo l’Azione

Ogni giorno, ogni attimo

Tutto ciò che è Azione ha sempre motivato il mio modo di essere e delle persone attorno a me

Alcuni anni fa costituii la mia prima società a responsabilità limitata e la chiamai “ComunicAAzione”

I principi comuni che condivido con le persone che frequento sono: ComunicAzione (la mia prima mission) FormAzione, MotivAzione, FormAzione, InformatizzAzione, ProgettAzione, NegoziAzione, ConversAzione, OrganizzAzione, IpnotizzAzione, ProgrammAzione, EducAzione.

Il concetto di Azione nell’ambito finanziario è unico; esso equivale a capacità e volontà decisionale (proprio una decisione di volontà); corrisponde al dare fiducia e quindi a procedere a sostenere e finanziare un’idea o un’iniziativa. Equivale ad un titolo rappresentativo di una quota della proprietà di una società per azioni.

L’Azione va considerata, a tutti gli effetti, come una forma di investimento da parte del detentore sotto forma di strumento finanziario.

Il ricorso alle Azioni consente un più facile scambio delle stesse, ad esempio attraverso lo strumento del mercato azionario.

All’interno di ciascuna categoria le Azioni devono avere pari valore e offrire uguali diritti.

Analizzando la parola Azione, sui vocabolari ho trovato queste due definizioni:

  1. La capacità umana di modificare il reale a fini economici, politici, etici: uomo d’azione (contrapposto a uomo di pensiero o di contemplazione).
  2. Forza determinante, capacità di produrre determinati effetti. “i suoi propositi si sono trasformati in Azioni”

il motto è proprio quello di aiutare le persone di successo.

Tutte le persone hanno dentro di se una capacità incredibile di fare accadere gli eventi ovvero di farle succedere.

Nove intelligenze

Nove intelligenze

Le nove intelligenze di Gardner

howard-gardner1Lo psicologo statunitense Howard Gardner distingue ben 9 tipi fondamentali d’intelligenza, localizzati in parti differenti del cervello, di cui fa parte anche l’intelligenza logico-matematica (l’unica su cui era basato l’originale test di misurazione del QI).

1. Intelligenza Linguistica: è l’intelligenza legata alla capacità di utilizzare un vocabolario chiaro ed efficace. Chi la possiede solitamente sa variare il suo registro linguistico in base alle necessità ed ha la tendenza a riflettere sul linguaggio. Possono averla poeti, scrittori, linguisti, filologi, oratori.

2. Intelligenza Logico-Matematica: coinvolge sia l’emisfero cerebrale sinistro, che ricorda i simboli matematici, che quello di destra, nel quale sono elaborati i concetti. È l’intelligenza che riguarda il ragionamento deduttivo, la schematizzazione e le catene logiche. La possiedono solitamente scienziati, ingegneri, tecnologi.

3. Intelligenza Spaziale: concerne la capacità di percepire forme e oggetti nello spazio. Chi la possiede, normalmente, ha una sviluppata memoria per i dettagli ambientali e le caratteristiche esteriori delle figure, sa orientarsi in luoghi intricati e riconosce oggetti tridimensionali secondo schemi mentali piuttosto complessi. La possiedono scultori, pittori, architetti, ingegneri, chirurghi ed esploratori.

4. Intelligenza Corporeo-Cinestesica: coinvolge il cervelletto, i gangli fondamentali, il talamo e vari altri punti del nostro cervello. Chi la possiede ha una padronanza del corpo che gli permette di coordinare bene i movimenti. Ce l’hanno in misura peculiare ballerini, coreografi, sportivi, artigiani.

5. Intelligenza Musicale: normalmente è localizzata nell’emisfero destro del cervello, ma le persone con cultura musicale elaborano la melodia in quello sinistro. È la capacità di riconoscere l’altezza dei suoni, le costruzioni armoniche e contrappuntistiche. Chi ne è dotato solitamente ha uno spiccato talento per l’uso di uno o più strumenti musicali, o per la modulazione canora della propria voce. La possiedono prevalentemente i compositori, i musicisti e i cantanti.

6. Intelligenza Interpersonale: coinvolge tutto il cervello, ma principalmente i lobi pre-frontali. Riguarda la capacità di comprendere gli altri, le loro esigenze, le paure, i desideri nascosti, di creare situazioni sociali favorevoli e di promuovere modelli sociali e personali vantaggiosi. È presente in maggior misura in politici, leader, imprenditori di successo, psicologi.

7. Intelligenza Intrapersonale: riguarda la capacità di comprendere la propria individualità, di saperla inserire nel contesto sociale per ottenere risultati migliori nella vita personale, e anche di sapersi immedesimare in ruoli e sentimenti diversi dai propri. Non è prerogativa di qualcuno, benché la possiedano, in particolare, gli attori.

8. Intelligenza Naturalistica: consiste nel saper individuare determinati oggetti naturali, classificarli in un ordine preciso e cogliere le relazioni tra di essi. È l’intelligenza tipica di biologi, astronomi, antropologi, medici e altri.

9. Intelligenza Esistenziale: rappresenta la capacità di riflettere consapevolmente sui grandi temi dell’esistenza, come la natura dell’uomo, e di ricavare da sofisticati processi di astrazione delle categorie concettuali che possano essere valide universalmente. È tipica dei filosofi e degli psicologi, e in parte anche dei fisici.

Sebbene queste capacità siano più o meno innate negli individui, non sono statiche e possono essere sviluppate mediante l’esercizio.

Inoltre, esse possono anche “decadere” con il tempo.

Lo stesso Gardner ha poi menzionato il fatto che classificare tutte le manifestazioni dell’intelligenza umana sarebbe un compito troppo complesso, dal momento che ogni macro-gruppo contiene vari sottotipi. (Fonte https://it.wikipedia.org)

tecniche di comunicazione web e quanto basta

tecniche di comunicazione web e quanto basta

Comunicazione web e quanto basta. Queste indicazioni sono tratte da una pagina internet. Per lavorare bene, questi cinque punti, possono essere un buon esempio di comunicazione web e questi consigli possono anche bastare.

1. Sapete a chi state parlando?

Prima della creazione fisica del sito pensate a chi cercherà la vostra azienda o i vostri servizi e basate le scelte sui loro bisogni.

2. Il fattore Q.B nella ricetta del sito perfetto

Quanto contenuto fornire all’utente? Q.B. Quanto basta, vuol dire focalizzarsi subito sull’argomento più importante ed evitate di inserire troppe informazioni, il rischio di creare confusione è dietro l’angolo.

3. Tornate sui vostri passi

È importante monitorare sempre la situazione, capire dove state sbagliando e modificare gli elementi che non funzionano. In questa prospettiva testare è la chiave per far sì che il sito lavori meglio e converta.

4. Siate responsabili (e responsive)

Ormai accediamo ai siti web principalmente dal nostro smartphone o tablet. I contenuti devono adattarsi ad ogni tecnologia e tipologia di schermo per dare a tutti gli utenti la medesima esperienza.

5. Pensate a lungo termine

L’obiettivo non è solo ottenere visualizzazioni uniche ma trasformare un utente in cliente. Ponetevi obiettivi che vadano oltre il breve periodo e mantenete le promesse.

ho ricevuto la mia cartolina. Quanto vale?

ho ricevuto la mia cartolina. Quanto vale?

Cartolina sorprendente. Quale immensa emozione ho avuto quando a settembre ho ricevuto la “cartolina”.

Per la verità non ho ancora capito bene chi è.

Da tempo immemore (solo qualche anno fa) non ricevevo più una cartolina.

Quando accadono questi fatti mi ritorna alla mente un caro amico, Domenico, mi raccontava quando e come un giornalista, come Enzo Biagi, scrivesse i suoi articoli.

Enzo scriveva sempre sulla carta da minuta l’articolo, poi apportava le correzioni e solo alla fine lo batteva a macchina da scrivere.

Biagi, non si sarebbe mai sognato di scrivere tutto a macchina; perché si concentrava sempre e solo sui contenuti.

Utilizzare una macchina da scrivere voleva dire portare via le risorse al “pezzo” che stava scrivendo.

Il significato è molto profondo e il giornalista rimarcava il fatto che la scrittura su carta era acquisita da secoli dalla mente e così si poteva esser focalizzata sul contenuto.

anche la Microsoft ha scritto un articolo che parla di questo. Interessante vero.

Alexa Joyes, direttore di Policy, Teaching & Learning, Worldwide Education Microsoft.

”Ci sarà perdonato l’errore commesso qualche anno fa.

– spiega Joyes – quando si pensava che l’umile penna potesse scomparire dal nostro mondo ossessionato dalla tastiera.

In realtà, è evidente che si tratta di uno strumento tuttora indispensabile, così come lo è stato per molte generazioni prima di noi.

Forse, non dovrebbe sorprendere che l’acquisizione e l’interiorizzazione delle nozioni possano migliorare grazie a un gesto naturale, ossia prendere appunti a mano”.

 

cartolina