Capitolo LIX – I piccoli oblati – 1, 8

Capitolo LIX – I piccoli oblati – 1, 8

1. Se qualche persona facoltosa volesse offrire il proprio figlio a Dio nel monastero e il ragazzo è ancora piccino, i genitori stendano la domanda di cui abbiamo parlato nel capitolo precedente
2. e l’avvolgano nella tovaglia dell’altare insieme con l’oblazione della Messa e la mano del bimbo, offrendolo in questo modo.
3. Per quanto riguarda poi i loro beni, o nella domanda suddetta promettano di non dargli mai nulla, né direttamente né per interposta persona, né in qualsiasi altro modo, e neanche di dargli mai l’occasione di procurarsi qualche sostanza,
4. oppure, se non intendono regolarsi secondo questa prassi e desiderano offrire qualche cosa al monastero per la salute dell’anima loro,
5. facciano donazione dei beni che vogliono regalare al monastero, riservandosene, se credono, l’usufrutto.
6. Così si precludano tutte le vie, in modo da non lasciare al ragazzo alcun miraggio da cui possa esser tratto in inganno e – Dio non voglia! – in perdizione, come ci ha insegnato l’esperienza.
7. La stessa procedura seguano anche i meno abbienti.
8. Quanto a coloro che non possiedono proprio nulla, facciano semplicemente la domanda e offrano il loro figlioletto con l’oblazione della Messa, alla presenza di testimoni.

Questa parte della Regola viene letta dai monaci in queste date:

13 aprile

13 agosto

13 dicembre

Capitolo LVIII – Norme per l’accettazione dei fratelli – 17, 29

Capitolo LVIII – Norme per l’accettazione dei fratelli – 17, 29

17. Al momento dell’ammissione faccia in coro, davanti a tutta la comunità, solenne promessa di stabilità, conversione continua e obbedienza,
18. al cospetto di Dio e di tutti i suoi santi, in modo da essere pienamente consapevole che, se un giorno dovesse comportarsi diversamente, sarà condannato da Colui del quale si fa giuoco.
19. Di tale promessa stenda un documento sotto forma di domanda, rivolta ai Santi, le cui reliquie sono conservate nella chiesa, e all’abate presente.
20. Scriva di suo pugno il suddetto documento o, se non è capace, lo faccia scrivere da un altro, dietro sua esplicita richiesta, e lo firmi con un segno, deponendolo poi sull’altare con le proprie mani.
21. Una volta depositato il documento sull’altare, il novizio intoni subito il versetto: “Accoglimi, Signore, secondo la tua promessa e vivrò; e non deludermi nella mia speranza”.
22. Tutta la comunità ripeta per tre volte lo stesso versetto, aggiungendovi alla fine il Gloria.
23. Poi il novizio si prostri ai piedi di ciascuno dei fratelli per chiedergli di pregare per lui e da quel giorno sia considerato come un membro della comunità.
24. Se possiede dei beni materiali, li distribuisca in precedenza ai poveri o li doni al monastero con un atto ufficiale senza riservare per sé la minima proprietà,
25. ben sapendo che da quel giorno in poi non sarà più padrone neanche del proprio corpo.
26. Quindi, subito dopo, sia spogliato in coro delle vesti che indossa e rivestito dell’abito monastico.
27. Ma gli indumenti di cui si è spogliato devono essere conservati nel guardaroba,
28. in modo che, se in seguito dovesse – Dio non voglia!- cedere alla suggestione diabolica e lasciare il monastero, sia mandato via senza l’abito monastico.
29. Non gli si restituisca invece la domanda che l’abate ha ritirato dall’altare, ma sia conservata in monastero.

Questa parte della Regola viene letta dai monaci in queste date:

12 aprile

12 agosto

12 dicembre

Capitolo LVIII – Norme per l’accettazione dei fratelli – 1, 16

Capitolo LVIII – Norme per l’accettazione dei fratelli – 1, 16

1. Quando si presenta un aspirante alla vita monastica, non bisogna accettarlo con troppa facilità,
2. ma, come dice l’Apostolo: “Provate gli spiriti per vedere se vengono da Dio”.
3. Quindi, se insiste per entrare e per tre o quattro giorni dimostra di saper sopportare con pazienza i rifiuti poco lusinghieri e tutte le altre difficoltà opposte al suo ingresso, perseverando nella sua richiesta,
4. sia pure accolto e ospitato per qualche giorno nella foresteria.
5. Ma poi si trasferisca nel locale destinato ai novizi, perché vi ricevano la loro formazione, vi mangino e vi dormano.
6. Ad essi venga inoltre preposto un monaco anziano, capace di conquistare le anime, con l’incarico di osservarli molto attentamente.
7. In primo luogo bisogna accertarsi se il novizio cerca veramente Dio, se ama l’Ufficio divino, l’obbedienza e persino le inevitabili contrarietà della vita comune.
8. Gli si prospetti tutta la durezza e l’asperità del cammino che conduce a Dio.
9. Se darà sicure prove di voler perseverare nella sua stabilità, dopo due mesi gli si legga per intero questa Regola
10. e gli si dica: “Ecco la legge sotto la quale vuoi militare; se ti senti di poterla osservare, entra; altrimenti, va’ pure via liberamente”.
11. Se persisterà ancora nel suo proposito, sia ricondotto nel suddetto locale dei novizi e si metta la sua pazienza alla prova in tutti i modi possibili.
12. Passati sei mesi, gli si legga di nuovo la Regola, perché prenda coscienza dell’impegno che sta per assumersi.
13. E se continua a perseverare, dopo altri quattro mesi, gli si legga ancora una volta la stessa Regola.
14. Se allora, dopo aver seriamente riflettuto, prometterà di essere fedele in tutto e di obbedire a ogni comando, sia pure accolto nella comunità,
15. ma sappia che anche l’autorità della Regola gli vieta da quel giorno di uscire dal monastero
16. e di sottrarsi al giogo della disciplina monastica che, in una così prolungata deliberazione, ha avuto la possibilità di accettare o rifiutare liberamente.

Questa parte della Regola viene letta dai monaci in queste date:

11 aprile

11 agosto

11 dicembre

Capitolo LVII – I monaci che praticano un’arte o un mestiere – 1, 9

Capitolo LVII – I monaci che praticano un’arte o un mestiere – 1, 9

1. Se in monastero ci sono dei fratelli esperti in un’arte o in un mestiere, li esercitino con la massima umiltà, purché l’abate lo permetta.
2. Ma se qualcuno di loro monta in superbia, perché gli sembra di portare qualche utile al monastero,
3. sia tolto dal suo lavoro e non gli sia più concesso di occuparsene, a meno che rientri in se stesso, umiliandosi, e l’abate non glielo permetta di nuovo.
4. Se poi si deve vendere qualche prodotto del lavoro di questi monaci, coloro, che sono stati incaricati di trattare l’affare, si guardino bene da qualsiasi disonestà.
5. Si ricordino sempre di Anania e Safira, per non correre il rischio che la morte, subita da quelli nel corpo,
6. colpisca le anime loro e di tutte le persone, che hanno comunque defraudato le sostanze del monastero.
7. Però nei prezzi dei suddetti prodotti non deve mai insinuarsi l’avarizia,
8. ma bisogna sempre venderli un po’ più a buon mercato dei secolari
9. “affinché in ogni cosa sia glorificato Dio”.

Questa parte della Regola viene letta dai monaci in queste date:

10 aprile

10 agosto

10 dicembre

Capitolo LVI – La mensa dell’abate – 1, 3

Capitolo LVI – La mensa dell’abate – 1, 3

1. L’abate mangi sempre in compagnia degli ospiti e dei pellegrini.
2. Ma quando gli ospiti sono pochi, può chiamare alla sua mensa i monaci che vuole.
3. Sarà bene tuttavia lasciare uno o due monaci anziani con la comunità per il mantenimento della disciplina.

Questa parte della Regola viene letta dai monaci in queste date:

9 aprile

9 agosto

9 dicembre

Capitolo LV – Gli abiti e le calzature dei monaci  – 15, 22

Capitolo LV – Gli abiti e le calzature dei monaci – 15, 22

15. Per la fornitura dei letti poi bastino un pagliericcio, una coperta di grossa tela, un coltrone e un cuscino di paglia o di crine.
16. I letti, però, devono essere frequentemente ispezionati dall’abate, per vedere se non ci sia nascosta qualche piccola proprietà personale.
17. E se si scoprisse qualcuno in possesso di un oggetto che non ha ricevuto dall’abate, sia sottoposto a una gravissima punizione.
18. Ma, per strappare fin dalle radici questo vizio della proprietà, l’abate distribuisca tutto il necessario
19. e cioè: cocolla, tonaca, calze, scarpe, cintura, coltello, ago, fazzoletti e il necessario per scrivere, in modo da togliere ogni pretesto di bisogno.
20. In questo, però, deve sempre tener presente quanto è detto negli Atti degli Apostoli e cioè che “Si dava a ciascuno secondo le sue necessità”.
21. Quindi prenda in considerazione le particolari esigenze dei più deboli, anziché la malevolenza degli invidiosi.
22. Comunque, in tutte le sue decisioni si ricordi del giudizio di Dio.

Questa parte della Regola viene letta dai monaci in queste date:

8 aprile

8 agosto

8 dicembre