13. Per quanto riguarda il refettorio, chi non arriva prima del versetto in modo che tutti uniti dicano il versetto stesso, preghino e poi siedano insieme a mensa,
14. se la mancanza è dovuta a negligenza o cattiva volontà, sia rimproverato fino a due volte.
15. Ma se ancora non si corregge, sia escluso dalla mensa comune
16. e mangi da solo, separato dalla comunità e senza la sua razione di vino, fino a che non abbia riparato e si sia corretto.
17. Lo stesso castigo sia inflitto al monaco che non si trovi presente al versetto che si recita dopo il pranzo.
18. Nessuno poi si permetta di mangiare o di bere qualcosa prima dell’ora stabilita.
19. Ma il monaco che non avesse accettato ciò che gli era stato offerto dal superiore, quando desidererà quello che ha rifiutato in precedenza o altro, non ottenga assolutamente nulla fino a che non dimostri di essersi debitamente corretto.
Questa parte della Regola viene letta dai monaci in queste date:
23 marzo |
23 luglio |
22 novembre |
Capitolo XV – Quando si deve dire l’alleluia – 1, 4
L’Alleluia si dica sempre dalla santa Pasqua fino a Pentecoste, tanto nei salmi che nei responsori; da Pentecoste poi sino al principio della Quaresima
Capitolo XIV – L’Ufficio vigilare nelle feste dei Santi – 1, 2
Nelle feste dei Santi e in tutte le solennità si proceda come abbiamo stabilito per la domenica, ad eccezione dei salmi, delle antifone
Capitolo XIII – Le lodi nei giorni feriali – 12, 14
Ma l’Ufficio delle Lodi e del Vespro non si chiuda mai senza che, secondo l’uso stabilito, alla fine, tra l’attenzione di tutti, il superiore
Capitolo XIII – Le lodi nei giorni feriali – 1, 11
Nei giorni feriali le Lodi si celebrino nel modo seguente: si dica il salmo 66 senza antifona, recitandolo lentamente in modo che tutti possano
Capitolo XII – Le lodi – 14, 17
Alle Lodi della domenica, prima di tutto si dica il salmo 66 tutto di seguito, senza antifona, quindi il salmo 50 con l’Alleluia,
Capitolo XI – L’Ufficio notturno nelle Domeniche – 1, 13
Per l’Ufficio vigilare della domenica ci si alzi un po’ prima. Anche in questo caso si osservi un determinato ordine, cioè, dopo aver cantato sei salmi…
Capitolo X – L’Ufficio notturno dell’estate – 1, 3
Da Pasqua fino al principio di novembre si mantenga lo stesso numero di salmi, che è stato prescritto sopra; eccetto che, a causa della brevità …
Capitolo IX – I salmi dell’Ufficio notturno – 1, 11
Nel suddetto periodo invernale si dica prima di tutto per tre volte il versetto: “Signore, apri le mie labbra e la mia bocca annunzierà la tua lode”…
Capitolo VIII – L’Ufficio divino nella notte – 1, 4
Durante la stagione invernale, cioè dal principio di novembre sino a Pasqua, secondo un calcolo ragionevole, la sveglia sia verso le due del mattino…
Capitolo VII – L’umiltà – 62, 70
Il dodicesimo grado, infine, è quello del monaco, la cui umiltà non è puramente interiore, ma traspare di fronte a chiunque lo osservi da tutto il suo …
Capitolo VII – L’umiltà – 60, 61
L’undicesimo grado dell’umiltà è quello nel quale il monaco, quando parla, si esprime pacatamente e seriamente, con umiltà e gravità, e pronuncia poche …
Capitolo VII – L’umiltà – 59
Il decimo grado dell’umiltà è quello in cui il monaco non è sempre pronto a ridere, perché sta scritto: “Lo stolto nel ridere alza la voce”…