1. I fratelli si servano a vicenda e nessuno sia dispensato dal servizio della cucina, se non per malattia o per un impegno di maggiore importanza,
2. perché così si acquista un merito più grande e si accresce la carità.
3. Ma i più deboli siano provveduti di un aiuto, in modo da non dover compiere questo servizio di malumore;
4. anzi, è bene che, in generale, tutti abbiano degli aiuti in corrispondenza alla grandezza della comunità e alle condizioni locali.
5. In una comunità numerosa il cellerario sia dispensato dal servizio della cucina, come anche i fratelli che, secondo quanto abbiamo già detto, sono occupati in compiti di maggiore utilità,
6. ma tutti gli altri si servano a vicenda con carità.
7. Al sabato il monaco che termina il suo turno settimanale, faccia le pulizie.
8. Si lavino gli asciugatoi usati dai fratelli per le mani e i piedi.
9. Tanto il monaco che finisce il servizio, quanto quello che lo comincia, lavino i piedi a tutti.
10. Il primo consegni puliti e intatti al cellerario tutti gli utensili di cui si è servito nel proprio turno.
11. A sua volta il cellerario li affidi al fratello che entra in servizio, in modo da sapere quello che dà e quello che riceve.
Questa parte della Regola viene letta dai monaci in queste date:
13 marzo |
13 luglio |
12 novembre |
Capitolo XXIV – La misura della scomunica – 1, 7
La scomunica e, in genere, la punizione disciplinare dev’essere proporzionata alla gravità della colpa e ciò è di competenza dell’abate.
Capitolo XXIII – La Capitolo XXIII – La scomunica per le colpe – 1, 5 per le colpe – 1, 5
Se qualche fratello si dimostrerà ribelle o disobbediente o superbo o mormoratore, o assumerà un atteggiamento di ostilità e di disprezzo
Capitolo XXII – Il dormitorio dei monaci – 1, 8
Ciascun monaco dorma in un letto proprio e ne riceva la fornitura conforme alle consuetudini monastiche e secondo quanto disporrà l’abate.
Capitolo XXI – I decani del monastero – 1, 7
Se la comunità è abbastanza numerosa, si scelgano in essa alcuni monaci di buon esempio e di santa vita per costituirli decani; essi vigileranno
Capitolo XX – La riverenza nella preghiera – 1, 5
Se quando dobbiamo chiedere un favore a qualche personaggio, osiamo farlo solo con soggezione e rispetto, quanto più dobbiamo rivolgere
Capitolo XIX – La partecipazione interiore all’Ufficio divino – 1, 6
Sappiamo per fede che Dio è presente dappertutto e che “gli occhi del Signore guardano in ogni luogo i buoni e i cattivi”, ma dobbiamo crederlo
Capitolo XVIII – L’ordine dei salmi nelle ore del giorno – 20, 25
Una volta fissato l’ordine della salmodia di tutti i salmi rimanenti vengano distribuiti in parti uguali nei sette Uffici notturni, dividendo
Capitolo XVIII – L’ordine dei salmi nelle ore del giorno – 12, 19
Il Vespro poi si celebri ogni giorno con il canto di quattro salmi, dal 109 fino al 147; eccettuando quelli che sono riservati alle altre Ore, cioè
Capitolo XVIII – L’ordine dei salmi nelle ore del giorno – 7, 11
A Terza, Sesta e Nona del lunedì si dicano le ultime nove strofe del salmo 118, tre per ciascuna Ora. Esaurito questo salmo in due giorni
Capitolo XVIII – L’ordine dei salmi nelle ore del giorno – 1, 6
Prima di tutto si dica il versetto: “O Dio, vieni in mio soccorso; Signore, affrettati ad aiutarmi”, il Gloria e poi l’inno di ciascuna Ora.
Capitolo XVII – Salmi delle ore del giorno – 1, 10
Abbiamo già stabilito l’ordine della salmodia per l’Ufficio notturno e per le Lodi; adesso provvediamo per le altre Ore. All’ora di Prima si dicano tre
Capitolo XVI – La celebrazione dei divini Offici durante le ore del giorno – 1, 5
“Sette volte al giorno ti ho lodato”, dice il profeta. Questo sacro numero di sette sarà adempiuto da noi, se assolveremo i doveri del nostro servizio